Da sempre i prodotti Hymer sono considerati veicoli di pregio, ricchi di soluzioni tecniche innovative, e progetti originali eseguiti in modo impeccabile.
Ho potuto visitare lo stabilimento di Bad Waldsee nel 2000, e poi più volte nei successivi dieci anni, ho conosciuto personalmente Erwin Hymer ed i suoi più stretti collaboratori.
Mi ha sorpreso quindi sapere che Il Gruppo Hymer è passato nelle mani dell’Americana Thor, formando così il primo gruppo intercontinentale , la globalizzazione del settore veicoli ricreazionali.
In attesa di comprendere realmente la portata, (sicuramente epocale per il settore) di questo accentramento, da un punto di vista tecnologico e commerciale, con questo articolo voglio fare un viaggio a ritroso nel tempo, descrivendo alcuni veicoli cult della casa tedesca.
Gli Hymer hanno giustamente fama di veicoli robusti, ben coibentati, e con soluzioni abitative originali, copiate poi da molti altri costruttori. Erwin Hymer non è stato l’inventore del motorhome, come molti sostengono, ma sicuramente è suo il merito di aver dato un impronta tecnologica decisiva al concetto di veicolo integrato, facilitandone la diffusione a livello commerciale, prima in Germania e poi nel resto del continente Europeo.
Nella pluridecennale storia del comparto, la mia famiglia ha avuto modo di vedere nascere e prosperare, poi declinare il settore dei veicoli ricreazionali nel nostro paese. Mio Padre Douglas Cappellini, prima ancora che ne vedessi uno, mi parlava di Hymer.
Questi veicoli per lui Rappresentavano il non plus ultra.
La prima volta che vidi un Hymer fu al salone di Torino del 1973. A quell’epoca mio padre vendeva prevalentemente tende, carrelli tenda e accessori per campeggio, ma aveva già iniziato a ordinare, su richiesta, alcune caravan, in particolare della francese Messager. proprio in quella edizione della fiera la “Douglas Cappellini, articoli da campeggio” ordinò il primo campionario di caravan: 4 pezzi della Hobby, casa costruttrice tedesca, tutt’ora attiva nel settore caravan .
Durante quella fiera insieme a mio padre ( io avevo appena compiuto 11 anni) visitammo le caravan di molti marchi, mio padre ebbe modo di vedere anche le Eriba, le caravan della Hymer. In quell’occasione riuscimmo a salire su un motorhome di quella ditta: rimasi colpito dallo spazio interno e dal fatto che era un “tubo” che comprendeva in un unico soggetto meccanica e abitazione. Un sogno. Ne ho ancora ricordi vividi.
Negli anni successivi affiancammo alla vendita delle caravan di vari marchi anche i primi camper, in genere piccoli semintegrali su meccanica fiat 238 almeno fino a tutti gli anni 70, successivamente altre meccaniche, più importanti.
Il settore lentamente si spostava dalle caravan ai mezzi motorizzati, e alcuni usati cominciavano ad affacciarsi sul nostro piazzale, tra questi alcuni Hymer, che confermavano nei fatti l’ammirazione che mio padre provava per quel marchio.
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Quei gioielli tecnologici avevano una struttura portante a gabbia, in acciaio, su cui venivano fissati i pannelli coibentati ed i rivestimenti e ancorati i mobili.
Nelle serie successive il tetto subi’ una metamorfosi e fu prodotto in vetroresina con la forma a vasca rovesciata, un cappello a prova di infiltrazioni d’acqua. ed è tutt’ora quella serie che affascina ed appassiona centinaia di cultori del marchio, che acquistano, ristrutturano, restaurano i loro veicoli. Chi per amore del vintage, di una visione soft della tecnologia, priva di elettronica e lenta nell’evolversi, continuando a farlo senza scendere per motivi di profitto , a rinunciare alla qualità.
Molti Motorhome e autocaravan Hymer di quell’epoca sono ancora in giro in Germania, ma paradossalmente, Tedeschi e Olandesi cercano in Italia i loro pezzi vintage. Perchè?
Molto semplice, per tre motivi principali:
- Il Valore di acquisto di veicoli Vintage Hymer nel nostro paese, se in buone condizioni è inferiore a quello dei paesi del nord Europa
- Gli autocaravan e i motorhome ( ma anche i camper puri come Westfalia) provenienti dalla Germania hanno girato per metà della propria vita su strade su cui è stato sparso sale in modo abbondante per il rischio ghiaccio, e che per questo hanno spesso problemi di corrosione sul pianale e sul telaio e ossidazione a volte sostanziale di parti meccaniche, freni e trasmissione.
- I Veicoli ricreazionali usati provenienti dalla Germania, hanno spesso chilometraggi altissimi rispetto ai veicoli Italiani della stessa età.
Per questo, i collezionisti Teutonici sono particolarmente attenti ai veicoli Tedeschi che compaiono sul mercato Italiano, in particolare se sono Motorhome Hymer.
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Mesi fa ho venduto un Motorhome Hymer 660 del 91 , ho avuto principalmente contatti da Germania ed Olanda già a partire dal giorno dopo la pubblicazione delle immagini su questo sito.
Personalmente amo moltissimo i motorhome Hymer dal 1996 al 2007, quelli con il muso stondato, prodotti in versioni per ogni esigenza di disposizione interna, iperpersonalizzabili, e dotati sia di telaistica originale sia di telaio AL-KO su meccanica Fiat .
In Particolare amo i modelli intorno ai 6 metri, compatti, tecnologici, robustissimi.
Certo, in questo caso si tratta di un evoluzione che rompe con il passato, con le linee tradizionalmente classiche dei primi Hymer, quelli su cui è focalizzata la ricerca degli appassionati, disposti a restauri minuziosi e costosi, pur di avere il proprio Hymer vintage in condizioni eccellenti.
Ma sono certo che i B-Klasse degli anni 2000 saranno presto altrettanto ricercati dai cultori della casa di Bad Waldsee.
Ma perchè i motorhome Hymer piacciono tanto?
Facciamo rispondere a questa domanda direttamente a chi ha scelto un Hymer vintage per viaggiare:
Helga è una Full-timer, insieme a suo marito e a sua figlia hanno deciso di rivoluzionare la propria vita, e stanno girando l’europa con un Motorhome Hymer, ma lasciamo la parola a lei…
“…Ti racconto come è andata. Quando abbiamo iniziato a lavorare sul progetto di questo viaggio non sapevamo niente di camper, sapevamo solo che ci affascinava questo modo di viaggiare portandosi la casa dietro. Prima di acquistare il nostro Hymer s670 del 1991, avevamo fatto una sola esperienza con un mansardato a noleggio, per un weekend.
Tra l’altro piovve tantissimo, il camper ci dette diversi problemi ma non ci lasciammo spaventare.
Decidemmo solo che il mansardato non faceva per noi.
Volevamo un mezzo che ci consentisse di avere i letti sempre pronti, una buona vivibilità interna, spazio sufficiente per tre persone, un arredamento interno solido e tanta luce”.
“Non ci serviva un mezzo veloce in quanto non era una vacanza quella che progettavamo ma un viaggio importante.
Avevamo bisogno che avesse una buona dose di autonomia visto che volevamo essenzialmente spostarci fra aree di sosta e zone dove la sosta libera è consentita e che fosse affidabile, con un motore potente e dotato di ruote posteriori gemellate per aumentarne la sicurezza.
Ci siamo documentati molto prima di iniziare a vedere dei mezzi e devo dire che siamo stati fortunati perché non appena abbiamo deciso il tipo di motorhome che volevamo abbiamo incontrato lui…
“L’Hymer, soprattutto la versione su motorizzazione Mercedes come il nostro, con la copertura in vetroresina è famoso per essere raramente a rischio infiltrazioni.
Le infiltrazioni erano in effetti uno dei problemi che ci spaventavano di più.
Ci siamo innamorati del nostro camper subito, da una foto.
Troviamo che il suo aspetto vintage sia molto affascinante, lo abbiamo infatti soprannominato lo Sean Connery dei motorhome.
Ti racconto un aneddoto.
Quando siamo andati a vederlo la prima volta (lo abbiamo acquistato da un privato) siamo andati sulle colline di Firenze per incontrare il proprietario che ci ha fatto strada con il suo 4×4 su per delle strade dissestate in mezzo ai campi. Cominciavamo a temere di ritrovarci sul set di Non ci resta che piangere, quando dietro una curva, inerpicato su un poggetto brullo lo abbiamo finalmente visto, bello come il sole. Fermo, immobile, solido”.
“Mentre stavamo chiacchierando con il proprietario, dentro quello che poi sarebbe diventato il nostro Ciaone (eh si, pare che i camperisti abbiano la mania di dare un nome al loro compagno di viaggio) sentiamo qualcuno che chiacchierando scende giù dal bosco confinante con un motorino. Dal set di Non ci resta che piangere ci siamo ritrovati sul set de Il ciclone: il tipo che scendeva dal boschetto su di un ciao blu era proprio il Pieraccioni con la figlia che passando ci ha salutati tranquillamente. La situazione ci ha molto divertiti. Ripensandoci successivamente, fra ciao e ciaone… la cosa ci ha fatto sorridere”.
“Ad oggi Sono ormai 8 i mesi di viaggio e nonostante qualche piccolo problema che abbiamo risolto, più o meno facilmente (anche grazie ai tuoi preziosi consigli) siamo ancora convinti della nostra scelta.
Ciaone è un ottimo compagno di viaggio: si è dimostrato comodo, spazioso a sufficienza, solido e affidabile”.
“Attualmente siamo in Portogallo e fra qualche giorno attraverseremo di nuovo il confine con la Spagna per proseguire verso il nord della Francia e poi su verso la Gran Bretagna. Cerchiamo di documentare questa esperienza attraverso il nostro sito www.stradafacendo.eu e i nostri canali social con foto, video e articoli. Non vuole essere un sito di viaggi, di quelli ce ne sono fin troppi. Nasce per essere il diario di una famiglia che ha fatto una scelta poco comune ma non impossibile”.
Se desiderate seguire Helga e la sua famiglia in questo viaggio straordinario a bordo di un Hymer del 1991 potete farlo connettendovi ai canali:
YouTube: https://www.youtube.
Facebook: www.facebook.com/
Oppure sul loro Blog: www.stradafacendo.eu
Le foto che illustrano il racconto di Helga sono state scattate da lei e da suo marito.
Claudia è Agronoma e insieme alla sua famiglia viaggia con un Hymer- mobil :
“Poi cmq, anche se fossi stata disposta a spendere 20.000 euro per un mezzo di 100000 km o più, non avrei avuto spazio per muovermi alla fine. In tre sarebbe stato tutto uno smontare e rimontare dinette.
Pure il mio meccanico pare divertirsi”.
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Ha acquistato un Hymer da ABC Camper dopo averlo visto sul nostro sito web www.caravan.it.
Ha scelto il suo Hymer mobil 660 per la meccanica, per la linea Vintage e per la proverbiale robustezza del mezzo. Usa il suo camper come base abitativa. Durante i suoi soggiorni Italiani, per spostarsi tra parenti e gite , ma anche per un progetto didattico – ecologico che avrà il suo centro in un bosco della Toscana.
Herwin Hymer, la fabbrica, il museo e Bad Waldsee.
La Storia di Erwin Hymer parte da Bad Waldsee, una cittadina termale del Baden Wurtenberg, vicina al Lago di Costanza.
Insieme all’Ing. Eriba , Hymer da inizio alla produzione di piccole caravan da viaggio, le Eriba appunto.
Negli anni 60, Hymer è ormai il solo proprietario della sua azienda, che prende definitivamente il suo nome, ed inizia la produzione dei suoi veicoli ricreazionali, in particolare dei motorhome.
L’evoluzione della sua produzione è ben rappresentata nell HERWIN HYMER MUSEUM, Esempio unico in Europa di museo del settore.
https://www.erwin-hymer-museum.de/
Consiglio a tutti una visita.
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La catena di Montaggio della Hymer nel 2001
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Un Hymer anni 90
Il super moderno edificio dell’Erwin Hymer Museum
Mia moglie Franca con Erwin Hymer 2005