FOTOGRAFIA E VIAGGIO
Viaggiare, fotografare. Binomio di passioni che vanno quasi sempre unite. Chi viaggia infatti spesso vuole documentare ciò che vede per ricordarlo in futuro, o per compartirlo con chi rimane a casa.
Per chi fotografa, d’altra parte, arriva sempre prima o poi il momento di spingere lo sguardo oltre l’orizzonte della propria città, del proprio paese, per scoprire nuovi soggetti.
Fotografia e viaggio
Parlare di fotografia di viaggio è parlare di tantissime cose. La fotografia di viaggio non è solo un nuovo paesaggio o i monumenti di un’altra città, ma è soprattutto documentazione, è ricerca, è un ampliamento dei propri orizzonti mentali, è comprendere il diverso, per plasmarlo in immagini da trasmettere agli altri.
Fotografia di viaggio è architettura. è quello che oggi chiamano street photography, è foto naturalistica (dai grandi mammiferi alla macrofoto), è foto antropologica, etnografica, è ritratto, è foto di manifestazioni, sportive, di protesta, è fotografia delle opere e i giorni di altra gente, in altri luoghi. Che possono anche non essere cosi lontani da casa.
Certe circostanze e accadimenti possono addirittura convertirla, come mi è accaduto in più di un’occasione, in fotografia di guerra. E allora le cose cambiano e non è più una faccenda tanto gradevole, ma si entrerebbe in un altro discorso, che poco ha a che fare sul senso di un articolo dedicato alla fotografia e viaggio.
Dunque, fotografia e viaggio: questa comprende un po’ tutti, o quasi, i generi fotografici. Per questo se fatta seriamente non è facile. Ma veniamo al primo punto, che è quale attrezzatura usare.
Fotografia e Viaggio: attrezzatura
Molti professionisti a questo riguardo dicono di portarsi dietro tre corpi macchina e tutta una serie di ottiche che vanno dal 20mm al tele da 300mm f 2.8, un paio di flash potenti, un cavalletto robusto (quindi pesante), e tutta un’altra serie di accessori. Non so come viaggino con tutta quella roba sulle spalle, forse hanno un portatore che si carica l’attrezzatura sul gobbo e gliela va passando mano a mano…
A parte gli scherzi a me non va di tarscinarmi dietro per intere giornate decine di chili di attrezzatura. Quindi il mio consiglio derivato dall’esperienza personale è: un corpo macchina, un grandangolare fra i 20 e i 35 mm (io uso un 24 perchè il 20 mi risulta troppo spinto per uso generale, ed il 35 un po’ corto), un normale (50-55 mm) che è generalmente un’ottica luminosa e ingiustamente snobbata, ed un corto tele, possibilmente macro, fra gli 80 e i 150 mm. Un duplicatore di focale, un filtro polarizzatore, uno grigio neutro ed un grigio digradante, fotografia e viaggio, non richiedono pesi, ma praticità.
In alternativa alle tre ottiche fisse, un paio di zoom che coprano dal 20 al 200 mm. In tal modo con solo tre ottiche -due nel caso degli zoom- si possono coprire tutte le possibilità che ci si potranno presentare. Dalla foto architettonica al paesaggio, al ritratto, ai dettagli, alle manifestazioni di qualunque genere, e cosi via.
Il cavalletto per essere veramente utile deve essere stabile e pesante, quindi ne faccio volentieri a meno. Mi porto però un minicavalletto tascabile per emergenza, ed un sacchetto di tela da riempire all’occorrenza con sabbia, riso, fagioli (il classico beansbag) sul quale poter appoggiare fermamente la macchina fotografica.
Un secondo corpo permette di mettersi al riparo da eventuali guasti al primo, e naturalmente deve accettare le stesse ottiche. Montando su un corpo il grandangolo e sull’altro il tele, si è inoltre pronti a coprire rapidamente qualunque evenienza. In alternativa va bene una fotocamera tascabile. Io ho spesso usato una Canon G9.
Per quanto riguarda il trasporto dell’attrezzatura, scarto gli zaini perchè operativamente troppo scomodi (vanno bene per fare un trekking). Per prendervi qualcosa bisogna toglierselo dalle spalle, posarlo per terra, aprirlo, prendere quello che ci serve, richiuderlo, rimetterselo sulle spalle. Troppo tempo, l'”attimo fuggente” è già fuggito.
Evito anche le classiche borse fotografiche, soprattutto quelle che portano scritto il nome della marca, Nikon…Canon…, quelle insomma che gridano ai quattro venti “guardate, contengo costose attrezzature fotografiche”. Un vecchio tascapane tipo militare, sgualcito, rattoppato, passa molto più inosservato. Se ne può imbottire l’interno o, come faccio io, avvolgere lenti e corpi in stracci morbidi (per gli obiettivi ad esempio vanno benissimo le calze). Il tascapane, per sicurezza, va sempre tenuto a tracolla e mai semplicemente sulla spalla.
Sarebbe bene che la macchina fotografica stessa non fosse troppo appariscente. Una attrezzatura molto vistosa potrebbe attirare l’attenzione di qualche malintenzionato. In zone ad alto rischio, copro con del nastro adesivo nero la marca sul corpo macchina, e per falo sembrare un “catorcio”, aggiungo magari qualche cerotto qua e là. Le mie macchine poi, sono piene di graffi per l’uso che ne faccio. Non sono affatto appetitose.
Anche il mio modo di vestire mi aiuta a mimetizzarmi fra la gente del luogo per non attirare su di me troppa attenzione. Questo mi aiuta a passare inosservato al momento di scattare.
Ovviamente non posare mai per terra la borsa con l’attrezzatura, specialmente quando si ha un occhio appiccicato all’oculare e l’altro chiuso, cioè quando si sta scattando. Ho viaggiato in vari paesi dell’Asia, Africa, America , Europa, e non ho mai avuto problemi. Forse dove più ho sentito l’adrenalina è stato proprio in certi quartieri di alcune città europee o nordamericane, anzichè in luoghi del terzo mondo come si sospetterebbe.
Non farti vincere dalla paura, non fare come quell’amico mio che in un viaggio in Finlandia (in Finlandia!) per timore dei furti lasciò a casa la sua reflex per portar con sè una macchinetta economica…i cui risultati sono ovviamente immaginabili.
Parti tranquillo, basta stare un poco attenti, come sempre, come ovunque; e goditi il viaggio fotografico. Perchè forse non avrai un’altra occasione per tornare in quel luogo.
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Testo e Immagini di Bruno Pavan, ogni riproduzione anche parziale è vietata
Bruno Pavan, Viaggiatore, fotografo, giornalista. Ha collaborato con riviste di viaggio di tutto il mondo , Mondo che ha girato più volte, riportando storie, immagini e sensazioni straordinarie… Vive a Maresca, In provincia di Pistoia.
Mail: brunophototext@gmail.com
Telefono: 0573 64095
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